Risarcimento danni ai parenti della vittima: quando viene riconosciuto?
La comune esperienza ci insegna che la perdita di una persona cara, a causa di un fatto illecito commesso da altri (ad esempio un omicidio o un sinistro stradale), provoca una grave sofferenza, in particolare ai suoi parenti stretti.
Normalmente, questa sofferenza produce un danno – non patrimoniale – ai congiunti della vittima, che può portare a riconoscere a questi ultimi un risarcimento per la perdita subita.
Si tratta del cosiddetto danno da perdita del rapporto parentale.
Ma quali sono i presupposti affinché venga stabilito, da parte di un giudice, il diritto di ottenere questo risarcimento del danno?
Soffermandoci soprattutto sul requisito soggettivo, i familiari dovranno provare la effettività e la consistenza del rapporto familiare.
A tal proposito, ci sono utili due recenti sentenze della Cassazione (n. 25541/2022 e n. 22397/2022), le quali affermano che il pregiudizio sofferto dai prossimi congiunti della vittima può essere provato anche tramite presunzioni semplici e massime di comune esperienza, dato che l’esistenza stessa del rapporto di parentela fa presumere la sofferenza del familiare superstite, in particolare in capo ai genitori, al coniuge, ai figli o ai fratelli e sorelle, ma anche ai nonni o ai nipoti della vittima.
Inoltre, viene specificato che, per ottenere il risarcimento, non è indispensabile che la vittima ed il parente superstite convivessero, così come non ha rilevanza decisiva che fossero molto distanti, per poter negare il diritto al risarcimento.
Toccherà invece a chi vuole contestare quel diritto, dimostrare l’assenza di un legame affettivo o la circostanza che vittima e familiare superstite fossero indifferenti o addirittura in odio tra loro.
In conclusione, la giurisprudenza lascia aperte ampie possibilità di poter dimostrare l’esistenza del danno da perdita parentale, sofferto dai parenti della vittima, che è opportuno valutare per ogni singolo caso al fine di ottenere il relativo risarcimento.
Avv. Francesco Gianfreda